Triumph in Italia
(pre-Hinckley)

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Sin dalla nascita nel 1902 Triumph non si limita a distribuire i propri prodotti nel solo mercato inglese. Siegfried Bettmann, il fondatore, proviene da Norimberga: è quindi logico che cerchi di vendere le sue biciclette e motociclette in Germania e successivamente negli altri paesi europei. La distribuzione delle Triumph in Italia è affidata a vari agenti sparsi nel territorio fino al 1971 anno in cui compare la figura dell’importatore ufficiale ed esclusivo per tutto il mercato italiano. Solo nel 2002 la casa madre inizia la distribuzione delle motociclette in modo diretto attraverso la società "Triumph Motorcycles S.r.l." nata dall’acquisto della Numero Tre.


Storia della Triumph in Italia

Non sono in grado di riportare con certezza l’anno in cui le Triumph arrivarono in Italia, tuttavia ho trovato una pubblicità del 1914 che testimonia la presenza di ventisei agenti distributori sparsi nel territorio italiano, Sicilia compresa. E’ facile quindi immaginare che le prime Triumph arrivarono da noi attorno al 1910.


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1914 - Pubblicità Triumph - 26 agenti sparsi nel territorio italiano



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1920 circa: Foto esposizione Triumph alla fiera di Padova. L'espositore Ferdinando Apergi era il
socio del nonno di Nik Tiger che gentilmente mi ha inviato questa foto.



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1924 - Pubblicità Triumph - Agenti in tutta Italia recita l'annuncio



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1933 - Franceso e Pierino Opessi sono gli agenti diretti per le province di Torino e Milano



Per oltre metà secolo le Triumph arrivano nel nostro paese con il contagocce. Giusto per dare un’idea del mercato italiano delle motociclette in quegli anni, riporto un po’ di dati tratti da motociclismo:

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1914-1987 Immatricolato in Italia (fonte Motociclismo Maggio 1989)



Negli anni ’40 l’importazione e la distribuzione delle Triumph è affidata principalmente alla MABOR di Mario Bortolan sito in via Panfilo Castaldi 23 a Milano. La MABOR era una piccola società che si occupava di importare dalla Gran Bretagna prodotti di vario genere. Fu per loro relativamente facile accordarsi con la Triumph di Meriden per importare anche le motociclette.

Mabor non era un concessionario come lo intendiamo noi oggi: era un piccolo negozio con una vetrina dove erano esposte una o due motociclette. Non esisteva un magazzino ricambi o un garage dove riporre le moto e nemmeno l’officina. E l’assistenza? Quando le Triumph arrivavano in Italia venivano sballate e montate nella vicina officina di Zabaglio che si occupa anche dell’assistenza ai clienti. In questa officina, sita in via Piceno 1 a Milano, inizia a lavorare all’età di sedici anni Domenico Pettinari che aveva già “annusato” le Triumph nell’officina del padre, Carlo Pettinari, che convertiva i mezzi militari all’uso civile. Mabor importava, all’epoca, meno di 10 motociclette all’anno.


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Carta d’identità di una Grand Prix importata in Italia il 10 marzo 1949 per la fiera campionaria di
Milano e poi venduta a Claudio Sintich. La motocicletta è stata spedita all’importatore MABOR
(MABOR export import – Milano) - Tratto da Motociclismo Epoca Marzo 1995 -




Dopo la Mabor sarà Plinio Pasetti che si occuperà, assieme al figlio Fulvio, di importare le motociclette di Meriden (assieme alle Norton). Nel periodo di massimo successo, Pasetti importava Triumph, Norton e Bultaco per circa 1000 motociclette all’anno nella sede in via Pellegrino Rossi sempre a Milano.

Domenico Pettinari, che nel frattempo per seguire le Triumph lavora da Pasetti, ricorda: “Nel 1968 abbiamo fatto 1000 moto in quattro persone: io, il figlio Fulvio, la Gina e Plinio. Ci portavano i vagoni direttamente dalla ferrovia e scaricavamo li. Portavano i vagoni con quarantacinque, cinquanta Bonneville per volta…“.


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Maggio 1971 - Pubblicità importatore Pasetti (da Motociclismo)



Nel 1971 Bepi Koelliker, storico importatore di automobili fin dagli anni ’50 e concessionario Triumph Auto dal 1969, diventa importatore esclusivo delle motociclette Triumph per tutta l'Italia. La sua è una scelta quasi pilotata dal suo cliente Renato Galtrucco, imprenditore e gentleman rider milanese, che assieme al Vanni Blegi gli chiedono di occuparsi anche delle motociclette. Koelliker, trascinato dall’entusiasmo dei due giovani appassionati milanesi, decide di lanciarsi in questa nuova avventura, nonostante i segnali che giungono dall’Inghilterra non siano dei più confortanti e, sfruttando l’ottima reputazione ed i buoni uffici di cui gode in Inghilterra, “soffia” l’importazione a Pasetti.

Koelliler riversa tutta l’esperienza accumulata in anni di commercio di autovetture:le Trident, le Bonneville e le Daytona sono esposte a Milano nell’elegante salone di Porta Vittoria, sede dell’azienda dal 1960, a fianco della Jaguar, mentre il centro assistenza viene allestito presso l’officina di via Carbonera dove sono assunti Domenico Pettinari ed il fratello Pinuccio.


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1971 - Bepi Koelliker (all'estrema destra) al Bol d'Or con la Slippery Sam. Con la mano sul serbatoio Domenico Pettinari



Ricorda Domenico “Con Koelliker c’è stata la svolta. Koelliker era un vero appassionato di motociclette ed un gentiluomo. Non badava a spese ed aveva fatto installare nella nostra sede un banco prova professionale: le Trident preparate da noi andavano più di quelle ufficiali di Meriden!”

Furono anni meravigliosi nei quali le Trident preparate da Domenico e Pinuccio raccolgono successi memorabili nei circuiti italiani. A questo argomento dedicheremo una apposita pagina nella sezione Competizioni.

Koelliker, entusiasta per la sua nuova iniziativa commerciale, in occasione della sua prima uscita ufficiale nelle vesti di importatore Triumph al Salone di Milano del 1971 rilascia un intervista a “Motociclismo”
:

Motociclismo: Con quali armi la Triumph intende fronteggiare l’offensiva delle moto italiane e giapponesi nel settore delle grosse cilindrate? Quella del miglioramento tecnico o quella dei prezzi concorrenziali, oppure con entrambe?

Koelliker: Principalmente con l’arma del miglioramento tecnico, anche se ha già dimostrato a sufficienza di essere all’avanguardia vincendo le principale corse di tutto il mondo”

Motociclismo:
Voi avete allestito a Milano il più bel negozio-esposizione di motociclette probabilmente di tutt’Italia e qui al Salone avete uno degli stand più vasti e signorili. In che misura questo tipo di presentazione puà aver contribuito a creare simpatia ed interesse nei confronti del Marchio, oltre ben inteso ai pregi della produzione?

Koelliker: Senza dubbio presentare un prodotto in una cornice piacevole ha una grandissima importanza, non soltanto platonica. Il cliente è infatti maggiormente invogliato ad entrare nel concessionario e, di conseguenza, ad acquistare.



Dimostrando di conoscere molto bene i segreti della comunicazione con i clienti, Koelliker investe tantissimo in pubblicità sulle riviste specializzate: pagine intere a colori che si segnalano per fantasia ed originalità. Si passa da disegni con tratto vagamente psichedelico alla presentazione dei vari modelli che però vengono mostrati sono parzialmente (zona motore e serbatoio per intenderci) quasi a voler aumentare l’interesse e la curiosità del futuro acquirente nei confronti del Marchio.

Non manca nemmeno una certa dose di ironia, come nella campagna del 1972, che nel periodo di grande espansione delle maxi giapponesi vede un centauro del Sol Levante posare orgoglioso a cavalcioni di una fiammante Trident 750.


Pubblicità Advertising Triumph Motorcycles Pubblicità Advertising Triumph Motorcycles
1971 e 1972 - Le pubblicità di Koelliker (altre disponibili nella pagina Pubblicità Epoca Triumph)


L’entusiasmo di Koelliker però dura poco più di un paio d’anni e con lo stop di produzione dovuto allo sciopero dei lavoratori di Meriden nel 1974, Koelliker decide di abbandonare le motociclette e tornare alle auto.

Ricorda Pettinari: “Le ultime moto le moto le abbiamo fatte fuori nel ’76. Erano i Bonneville quelli con l’olio nel telaio, le abbiamo modificate, poi avevamo fatto fare le marmitte due in uno, il serbatoio piccolo, la sella più corta e avevamo fatto un scrambler che in quel periodo si vendevano bene. E così siamo riusciti a vendere le 45 moto che erano rimaste a magazzino impacchettate una sopra l’altra”.




Con la nascita della Cooperativa di Meriden nel 1975, sono nuovamente disponibili le bicilindriche inglesi che sono distribuite in Italia, dal 1976, da Gino Ghezzi (che aveva importato le BSA dal ’59 al ’72 in Viale Gian Galeazzo 29 sempre a Milano).

Ricorda Ghezzi in un'intervista pubblicata nel 1993 su Motociclismo:“Le Triumph della cooperativa di Meriden erano costruite bene e non costavano molto. Moto di qualità, un po’ come le BSA dei tempi d’oro. A Meriden facevano vari modelli di Bonneville, anche in serie speciali che accentuavano il carattere esclusivo della Triumph e che piacevano molto. Poi le ultime Trident, veloci, senza i difetti della prima serie. Certo, come tutte le inglesi non andavano strapazzate in autostrada. Tuttavia anche Meriden, sorta nel 1944, non era una fabbrica moderna e così i problemi costati cari alla BSA ed alla Norton si riproposero. Ho venduto le ultime Bonneville nel 1982, un anno prima della chiusura della cooperativa."



Luigi Ghezzi Storia Triumph in Italia pre-Hinckley importatori distributori
Anni '70 - Luigi Ghezzi nel suo magazzino ricambi


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Gennaio 1979 - Listino prezzi Triumph (da Motociclismo)



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Gennaio 1979 - Pubblicità importatore Luigi Ghezzi (da Motociclismo)



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Agosto 1979 - Pubblicità importatore Luigi Ghezzi (da Motociclismo)



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Giugno 1984 / Gennaio 1985 - Pubblicità Ghezzi-Frosini (da Motociclismo)



Con il fallimento della cooperativa di Meriden nel ’82 e la demolizione dello stabilmento nel 1983, termina l’importazione delle motociclette Triumph nel nostro paese almeno fino all’arrivo di Carlo Talamo e la sua Numero Tre che importerà le nuove Triumph di Hinckley dal 1991 al 2002. Ma questa è un’altra storia che potete leggere qui: Storia Numero Tre.

Numero Tre Triumph - Numerotre - Storia Triumph in Italia pre-Hinckley importatori distributori


Nel settembre del 2002 la casa madre Triumph Motorcycles Ltd acquista la Numero Tre e da allora le motociclette inglesi sono importate in Italia dalla neonata Triumph Motorcycles S.r.l.



(Parte del testo tratto da Motociclismo)










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