fedrotriple.it -  il sito dedicato alle motociclette Triumph e a Carlo Talamo

G L I    S C R I T T I     D I     C A R L O    T A L A M O



Carlo Talamo è stato soprattutto un grande comunicatore. Oltre alle poesie ed alle pubblicità, il suo personalissimo modo di scrivere e comunicare è evidente nelle lettere che scriveva alle riviste come risposta a qualche "lettera al direttore" e nelle pagine che per un po' scrisse per SuperWheels.

Molti dei suoi racconti e delle sue poesie sono state raccolte in "Mi piacciono le pecore. E molto le galline (Dieci anni di pubblicità Harley-Davidson)" stampato nel 1995 (edizione originale) e ristampato in 500 copie numerate nel 2009 in occasione del 25° anniversario della nascita della Numero Uno.

Altro esempio di comunicazione era "Mumble" il giornalino riservato ai dipendenti della Numero Uno che però uscì in soli cinque numeri e di cui trovate qualche estratto qui di seguito.



LE PAGINE DI SUPERWHEELS

1998 Lettera Carlo Talamo SuperWheels1998 Lettera Carlo Talamo SuperWheels1998 Lettera Carlo Talamo SuperWheels
da SuperWheels 1998

da SuperWheels 1998
da SuperWheels 1998
1999 Lettera Carlo Talamo SuperWheels1999 Lettera Carlo Talamo SuperWheels1999 Lettera Carlo Talamo SuperWheels
da SuperWheels 1999

da SuperWheels 1999 da SuperWheels 1999
(settembre)
1999 Lettera Carlo Talamo SuperWheels2000 Lettera Carlo Talamo SuperWheels2000 Lettera Carlo Talamo SuperWheels
da SuperWheels 1999
(novembre)
da SuperWheels 2000 da SuperWheels 2000
2000 Lettera Carlo Talamo SuperWheels2000 Lettera Carlo Talamo SuperWheels2000 Carlo Talamo SuperWheels
da SuperWheels 2000

da SuperWheels 2000 da SuperWheels 2000
2000 Carlo Talamo SuperWheels 2001 Lettera Carlo Talamo SuperWheels 2001 Lettera Carlo Talamo SuperWheels
da SuperWheels 2000

da SuperWheels 2001 da SuperWheels 2001




MI PIACCIONO LE PECORE. E MOLTO LE GALLINE

Molti dei suoi racconti e delle sue poesie sono state raccolte in "Mi piacciono le pecore. E molto le galline (Dieci anni di pubblicità Harley-Davidson)" stampato nel 1995 dalla Numero Uno. In occasione del 25° anniversario della nascita della Numero Uno,  la concessionaria di Milano ristampa 500 copie del piccolo libretto nero diventato oramai un culto.

Per motivi di copyright pubblico qui di seguito solo la copertina e le pagine introduttive.


Carlo Talamo Mi piacciono le pecore e molto le galline

Carlo Talamo Mi piacciono le pecore e molto le galline

Carlo Talamo Mi piacciono le pecore e molto le galline

Carlo Talamo Mi piacciono le pecore e molto le galline



ALTRI SCRITTI




1989 (grazie a Matteo De Mori per l'articolo)



Così ho iniziato a scrivere poesie (di Carlo Talamo tratto da da repubblica.it)

"E' un fatto che il mondo sia un pò stupido. Così uomini stupidi raccontano cose stupide che piacciono ad altri uomini stupidi. E il tutto ha una sua logica non priva di una certa tenerezza. Accade spesso che alcuni uomini interrogati sul loro successo si trovino a raccontare cose leggendarie a base di 'grande intuizione' e 'lucida intelligenza' e 'avevo capito prima di tutti'. Bah. Sono sicuro che chiedendo: "come hai fatto" ad uno che ha vinto la lotteria ci si troverebbe davanti alla sua grande intuizione e lucida intelligenza e storie così. Vincere la lotteria è un fatto di casualità. Fortuna. Ma la condizione essenziale per accedere alla vincita è l'acquisto del biglietto.

Ecco fatto: interrogatemi sul perchè sono riuscito ad avere fortuna nella mia piccola vita e vi dirò che avevo comprato il biglietto della lotteria. Ed ho vinto. Non avevo intuizioni, Ne intelligenza lucida. E non avevo capito nulla prima degli altri. Altrimenti forse adesso sarei a Papeete invece che a Milano ad importare motociclette. Motociclette che il caso mi aveva fatto incontrare quando non arrivavo neanche alle ginocchia di una Harley-Davidson.

E la passione ha trasformato il caso nel lavoro che ha cambiato la mia vita, la mia maniera di essere uomo, il mio stato economico. Quello sociale no che ancora mi metto le dita nel naso e dico parolacce. Come prima. E la povertà dei miei inizi mi portò a scegliere di non avere una agenzia pubblicitaria per promozionare la mia mercanzia. Decisi di far da solo. E siccome non sapevo cosa fare decisi di scrivere quello che pensavo. Quello che pensavo delle mie motociclette. Di me stesso. Della fidanzatina di quando avevo quattordici anni. Cose così. Sensa senso. Cose casuali.

E' capitato che queste cose buttate su delle pagine nere pubblicate a caso qua e la sui giornali che mi potevo permettere abbiano trovato persone che le hanno capite. Amate. Rispettate direi. E questo non è successo per caso ma perchè in quelle pubblicità avevo messo me stesso ed il mio cuore ed anche se non lo sapevo allora, c'era un sacco di gente pronta a capire le mie Harley e me.



1992 Carlo Talamo Vallelunga Legend Bike 1992 Carlo Talamo Vallelunga Legend Bike
1992 Carlo Talamo Vallelunga Legend Bike 1992 Carlo Talamo Vallelunga Legend Bike
1992 - Carlo Talamo racconta una giornata a Vallelunga trascorsa con gli ex-piloti della squadra corse Koelliker
 degli anni '70 - da Legend Bike dicembre 1992




Cosakkosky 747  (Marzo 1993)

Quand'ero bimbo e guardavo le foto dei motorini avevo già le mie belle idee. Mi chiedevo: "perché non gli mettono un altro paio di cilindri?". Mi dicevo: "perché non lo fanno andare a 250 orari?".
 
Pensavo che nelle case motociclistiche fossero tutti scemi. Disegnavo sui miei quaderni a quadretti certe mostruosità di motorini apocalittici e mi raccontavo che quelle sì erano figate. Ero tenero, piccolo e cento per cento ignorante. In età più adulta cominciai a capire che certi disegni erano belli sulla carta ma le mie geometrie di sterzo seguivano alterazioni da LSD e certamente avrebbero ucciso qualsiasi giudatore. Cominciai a capire quante limitazioni ci fossero attorno ad ogni nuova proposta motociclistica. Da allora troppe cose si sono aggiunte al mio cestino culturale (quello intelligenti lo chiamano "bagaglio culturale", ma a me pare un po' esagerato). Ultimamente anche le norme omologative, quelle di sicurezza e quelle antinquinamento hanno messo la loro zampaccia nel rendere sempre più complesse, costose e talvolta brutte le motociclette. Non venitemi a raccontare che le frecce sono belle! E non spiegatemi che certe cassette d'aspirazione che paiono bauli sono più arrapanti dei cornetti d'alluminio che mi ricordo io e che sparavano rumore, benzina e qualche volta fiamme. Ah, bei tempi.

Crescendo, i casi della vita mi hanno portato a vivere con e di motociclette. E' molto bello ma ha aggiunto nuove conoscenze e nuove impensabili limitazioni alla mia fame artistica. Perché adesso quando prendo un foglio a quadretti ed una penna non so più da dove cominciare con la fantasia. Troppe sono infatti le norme e le limitazioni che affliggono il mio capoccione. Ecco perché quando ricevo le mille proposte per una Harley 3500 V8 oppure un trimotore con un interasse di cinque metri e manubrio di tre, sorrido teneramente.

Tra le tante battaglie che giornalmente si combattono in una fabbrica di motociclette c'è quella che, fin dalle origini, si combatte tra amministrativi e commerciali. E cioè: uno ti inventa una motocilcetta che è una furbata, il pubblico diventa matto e corre dal concessionario, il concessionario ne ordina un sacco alla fabbrica e la fabbrica, allegramente, comincia a scodellare una cifra di 'ste motociclette. Bella storia davvero.

Ma la storia prosegue: la fabbrica scodella le motociclette e in cambio arraffa una palata di soldi. Dentro la fabbrica il tizio che ha inventato la moto furbissima vede tutti 'sti soldi e gli viene mal di testa perché lui di soldi capisce poco. Allora assume un contabile. In poco tempo il tizio è fregato. Perché il contabile comincerà a contestargli ogni spesa a suo dire inutile. Gli dirà: "se invece di questi ammortizzatori qui usiamo quelli là risparmiamo un valangone di milioni", "se sul serbatoio invece di quelle belle scritte a rilievo ci appiccichiamo 'ste due belle adesive di carta, risparmiamo un fantastilione", etc. Ecco che il tizio che in fatto di soldi è scemo ma mica troppo si fa corrompere dal miraggio di guadagnare di più (nelle aziende si chiama utile maggiore ed è un termine più nobile). Il tizio comincia a disegnare un serbatoio che costa meno. poi ti fa una marmitta quattro in uno così dice di risparmiare peso ma in effetti risparmia tre marmitte. Il manubrio te lo salda direttamente sul telaio così risparmia anche la forcella. E così via.

Cosa succede?
Succede che il pubblico, che è imbenzinato ma mica troppo, compra le motociclette costruite dal tizio della fabbrica accanto che è un vero appassionato e che al momento non c'ha una lira però ama le moto. Questo tizio venderà moto come patate, comprerà una giacca, la cravatta, inizierà a giocare a golf. E il suo contabile cercherà di chiudergli la fabbrica mentre lui, lontano mille miglia dai problemi estetico-funzionali dei suoi cretini clienti motociclisti, si occuperà di ridiscutere i tassi sui suoi numerosi conti correnti.

Questo succede in tutte le fabbriche da che mondo è mondo.

Quando poi le motociclette di questa fabbrica non le vuole più nessuno si corre a cercare qualcuno che sappia fare una motocicletta appassionante. Di colpo ritorna l'interesse per le motociclette, per i motociclisti e le loro imbecillissime manie, per tutti quei mille piccoli particolari che differenziano le motociclette belle dalle motociclette tirate via un tanto al chilo. Ecco allora che i contabili della fabbrica che non vende più, decidono di "investire", di "credere nel futuro del mercato", eppoi spiegano le strategie, i target e tutta una serie di paroloni da gente che ha studiato.

E forse un giorno ci sarà un tizio in una lontana pianura coperta di ghiaccio che inventerà una motorina semplice, intelligente, piena di passione ed attenzione, la chiamerà Cosakkosky 747 e ne venderà una strage. E allora guadagnerà un sacco di rubli. E prenderà un contabile...

Ed ecco perché io credo che nei posti dove si fanno le motociclette debba esserci un equilibrio. Una dose sempre uguale di amore per la moto (60%) e rispetto per le risorse finanziarie (40%). Perché se comandano sempre i soldi le motociclette si allontanano dal cuore della gente.

Carlo Talamo - marzo '93

Grazie al mitico JapBuster di Motard.it per queste righe :-)



Così ho iniziato a scrivere poesie (di Carlo Talamo tratto da da repubblica.it)

"E' un fatto che il mondo sia un pò stupido. Così uomini stupidi raccontano cose stupide che piacciono ad altri uomini stupidi. E il tutto ha una sua logica non priva di una certa tenerezza. Accade spesso che alcuni uomini interrogati sul loro successo si trovino a raccontare cose leggendarie a base di 'grande intuizione' e 'lucida intelligenza' e 'avevo capito prima di tutti'. Bah. Sono sicuro che chiedendo: "come hai fatto" ad uno che ha vinto la lotteria ci si troverebbe davanti alla sua grande intuizione e lucida intelligenza e storie così. Vincere la lotteria è un fatto di casualità. Fortuna. Ma la condizione essenziale per accedere alla vincita è l'acquisto del biglietto.

Ecco fatto: interrogatemi sul perchè sono riuscito ad avere fortuna nella mia piccola vita e vi dirò che avevo comprato il biglietto della lotteria. Ed ho vinto. Non avevo intuizioni, Ne intelligenza lucida. E non avevo capito nulla prima degli altri. Altrimenti forse adesso sarei a Papeete invece che a Milano ad importare motociclette. Motociclette che il caso mi aveva fatto incontrare quando non arrivavo neanche alle ginocchia di una Harley-Davidson.

E la passione ha trasformato il caso nel lavoro che ha cambiato la mia vita, la mia maniera di essere uomo, il mio stato economico. Quello sociale no che ancora mi metto le dita nel naso e dico parolacce. Come prima.

E la povertà dei miei inizi mi portò a scegliere di non avere una agenzia pubblicitaria per promozionare la mia mercanzia. Decisi di far da solo. E siccome non sapevo cosa fare decisi di scrivere quello che pensavo. Quello che pensavo delle mie motociclette. Di me stesso. Della fidanzatina di quando avevo quattordici anni. Cose così. Sensa senso. Cose casuali.

E' capitato che queste cose buttate su delle pagine nere pubblicate a caso qua e la sui giornali che mi potevo permettere abbiano trovato persone che le hanno capite. Amate. Rispettate direi. E questo non è successo per caso ma perchè in quelle pubblicità avevo messo me stesso ed il mio cuore ed anche se non lo sapevo allora, c'era un sacco di gente pronta a capire le mie Harley e me.



1994 Carlo Talamo In moto A Modo Mio
1994 da In Moto Extra (agosto/settembre 1994) - Grazie a Triluc per l'articolo





2000 Carlo Talamo Fax  2000 Carlo Talamo Fax




Da: "Carlo Talamo" <carlo.talamo@numerouno.it>
Data: 12/10/2000 16.46
Per: alberto.pasi@edisport.it
Oggetto: risposta editoriale

Per capire quello che dirò ed inquadrarlo correttamente bisogna che io alleghi una specie di manuale d'uso di me stesso. Una specie di chi sono io, come penso, che ci faccio qui e perché.

La mia personalità, nonostante i miei 48 anni, è ancora in via di definizione. Cioè sono uno squilibrato onnivoro: oggi vorrei fare tutto e domani vorrei stare nel letto a dormire. Dopodomani vorrei diventare Re ma il giorno appresso sogno una vita sotto ad un ombrellone in Giamaica.

Nel frattempo sto qui in questa arzilla Milano che grazie al suo clima infausto mi induce a lavorare e a proseguire nella mia ricerca interiore che si ciba più che altro di motociclette e loro derivati. Così io Carlo Talamo, ex importatore Harley, Buell, Rolls-Royce e Bentley ed oggi motivatissimo importatore di Triumph sono la persona meno adatta per rispondere a domande che abbiano necessità di ponderatezza, riflessione. Equilibrio. Non aspettatevi quindi ne una soluzione ne un consiglio e nemmeno speranze.

Posso dire che questo paese é il trionfo dell'ipocrisia: tutti pronti ad accettare ogni cretina regola che parli di sicurezza. L'importante è accettare la normativa, fare la legge, vendere un sacco di caschi. Poi se, come a Napoli, nessuno se li mette poco importa. Come nulla importa se nessuno allaccia la cintura. L'importante non è salvare vite. L'importante è poter dire:"Te l'avevo detto !".

Mi aspetto di essere sepolto di regole impossibili alle quali sottostare per potere revisionare la mia motocicletta che ha il manubrio più basso di tre centimetri o la forcella più lunga di due. E poi mi aspetto che tutti se ne sbatteranno le balle. E qualcuno si vedrà sequestrare la moto proprio come accade oggi. E qualcun'altro se ne andrà a spasso a centottanta coi tubi vuoti e il motore quattromila. Sono un sempliciotto che non prende posizione? Si e no. Mi sono abituato alle nefandezze italiane. Ma mi sono convinto che siano parte di noi. Quasi inestirpabili. Perché coinvolgono sempre le due parti in contenzioso.

Mi spiego con un esempio: ultimamente, in autostrada quando arrivi con la moto in coda ad una macchina che se ne sta a 90 all'ora in terza corsia con le altre corsie deserte, questa si sposta di quaranta centimetri obbligandoti a superare sullo sporco, tra macchina e barriera. Vi é capitato ? E vi ha fatto diventare nervosi? Ma chi glielo ha insegnato agli automobilari che noi siamo capaci di passare in quaranta centimetri? Noi, quando alla domenica sera torniamo a duevventi e passiamo le auto come fossero birilli immobili. Come dire che  le colpe non sono da una unica parte. Quanti conoscete che denunciano il furto della moto perché non la vogliono più e non riescono a venderla? Quanti sono quelli che hanno simulato un incidente col cognato per farsi riparare la Peugeot demolita contro il muro di casa? Le assicurazioni sono ladre? Sissignore lo ha detto anche la Authority. Ma chi ha cominciato prima. Noi o loro? Insoma a me piacerebbe che le cose cambiassero. Ma non cambieranno con le denunce, le grida , gli scioperi. Cambieranno quando noi, tutti noi, compreso io, cominceremo a comportarci coerentemente con i nostri desideri: vogliamo onestà allora diamo onestà. Vogliamo civiltà, diamo civiltà. E poi cancelliamo quelli che non si comportano bene. Chessò: quando paghiamo l'idraulico pretendiamo la fattura e accolliamoci l'extra spesa dell'Iva. Quando compriamo le sigarette evitiamo di prenderle di contrabbando pagandole meno. Etcetera. Insomma una vita difficile ai limiti dell'impossibile. Ma fino allora avremo le revisioni stupide, le assicurazioni ladre, le case che non fanno i richiami di legge. E anche le cinture slacciate, i limiti ignorati, le auto parcheggiate dove capita.

Insomma se vogliamo la Svizzera possiamo sempre andarci. Ma siamo sicuri che sia meglio del'incasinatissima Italia. Io sono sicuro di no.

Ve lo avevo promesso in apertura: non ho soluzioni. O almeno non ne ho di applicabili.




RISPOSTE "LETTERE AL DIRETTORE"


1991 Lettera Carlo Talamo Motociclismo1994 Lettera Carlo Talamo Motociclismo1995 Lettera Carlo Talamo Motociclismo
da Motociclismo 1991
da Motociclismo 1994 da Motociclismo 1995



Risposta ad una lettera su Motociclismo (grazie a Bubi)

Caro Motociclismo, si, ho ricevuto la lettera del Signor Pescarini al quale ho risposto personalmente un paio di giorni fa.

La lettera del Signor Pescarini è in effetti abbastanza straziante. Una semplice scivolata e un mese e mezzo senza moto. Brutto bastardo di Talamo. Sfortuna vuole che nella banale scivolata si sia fratturato il carter motore della altrettanto sfortunata Speed. Improbabile che una importatrice possa tenersi in magazzino un paio di carter motore per ogni modello prodotto. Così lo abbiamo diligentemente ordinato alla Triumph. La quale nel frattempo stava, altrettanto diligentemente, procedendo all'installazione di una nuova macchina che costruisce i carter con ancora maggiore qualità. Ecco perché il carter ha tardato a raggiungere Roma. La Speed terminerà la sua degenza alla Numero Tre Roma il 24 Novembre. Mi sono già scusato con il Signor Pescarini personalmente. Lo rifaccio pubblicamente sulle pagine di Motociclismo.

A onor del vero mi sarei rotto le balle che chi scrive si preoccupa di scrivere a tutti i giornali. Mi pare una precisa mancanza di fiducia. Scrivere ad un giornale è un sistema per forzare la risposta. Io ho sempre, ripeto sempre, risposto a tutti. Forse è per questo che i giornali ospitano assai poche lamentele dei miei clienti. In conclusione chi vuole scrivere ai giornali lo faccia pure ma, per educazione, sarebbe più carino lasciarmi prima una possibilità di rispondere serenamente e privatamente.

Grazie a tutti per esservi sorbiti questa ennesima puntata de "I fatti miei". Con i miei migliori saluti.

Carlo Talamo



TORNA ALLA PAGINA INDICE CARLO TALAMO

HOME PAGE





fedrotriple.it - il sito dedicato alle motociclette Triumph e a Carlo Talamo - Copyright © 2003-2013 by Sandro Zornio
Tutti i diritti riservati -  Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari.